Il ritmo della natura
Come raggiungere un traguardo?
Senza fretta, ma senza sosta.
Goethe
La fretta è un vizio prevalentemente occidentale, legato all’idea di produttività ed efficienza. Le antiche culture orientali insegnano invece a coltivare la lentezza, la consapevolezza e la pazienza, intesa come arte dell’attesa. Dopo queste mie vacanze, come sempre all’insegna della natura, cerco di tenere a mente un insight che ho avuto osservando le piante dell’orto di mio padre. Restare a guardare la terra che lentamente sa dare vita e nutrire, sostenuta dalle mani sapienti del contadino, a innumerevoli piante; ognuna con il suo ritmo giunge a maturazione al momento giusto e ci fa godere dei suoi frutti. Osservandolo cambiare nel corso del tempo si possono raccogliere anche frutti più profondi, insegnamenti che si possono metaforicamente applicare al nostro vivere quotidiano, come la cura, l’attesa, la fatica e la pazienza. Quando coltiviamo una pianta dobbiamo rispettare il suo ritmo: non tutti i momenti sono giusti per la sua semina, né per la concimazione… Con cautela possiamo stare ad osservare e capire: quando spunta il bocciolo possiamo osservarlo giorno dopo giorno crescere e sbocciare, diventare fiore e restando spettatori di questa crescita capiamo che ogni azione “in più” risulterebbe inutile se non addirittura nociva.
Le azioni in più sono quelle dettate dalla fretta, dall’ansia del frutto, dal voler rispondere ad un nostro bisogno anziché ascoltare e rispettare quello dell’altro, che in questo caso è la pianta. Lo stesso sguardo possiamo averlo verso noi stessi e le nostre azioni: facendo tabula rasa dei nostri bisogni ansiosi, troviamo il momento giusto e piantiamo il seme e prendendocene delicatamente cura, attendiamo che, con il suo ritmo, cresca.
Troppo spesso mettiamo davanti le nostre aspettative rispetto alla realtà e alla necessità del progetto: veniamo così travolti dall’ansia quando qualcosa non va come “avremmo voluto”, perdendo il contatto con il ritmo reale del processo e senza renderci conto che le nostre aspettative spesso non hanno nessuna base di realtà, ma sono create da nostre proiezioni mentali. Poi capita che magari da quel seme non nasce nulla, era malato oppure semplicemente abbiamo sbagliato qualcosa, capita…e allora provvederemo a riprovarci, ma a nulla servirebbe, nel frattempo, zappare ad oltranza o innaffiare in continuazione oppure concimare eccessivamente.
Lo stesso rispetto dovrebbe valere per noi e la nostra vita: dobbiamo osservarci come una pianta che cresce e non avere tutta quella fretta che ci caratterizza. Molte volte mi è capitato di rendermi conto della mancanza di contatto col processo, nel qui ed ora, ed una ridotta pazienza rispetto all’ottenimento di un risultato, DEL risultato. Perché, bada bene, il risultato deve corrispondere esattamente a ciò che mi ero prefigurato io… Ricerchiamo un risultato immediato, come se la natura e noi stessi rispettasse delle leggi immaginarie, frutto di un nostro “delirio di onnipotenza”. Quando iniziamo un progetto, un’azione nel mondo, ricerchiamo un risultato rapido e assolutamente in linea con le nostre aspettative, chiudendoci così all’opportunità di accettare qualcosa che vi si discosti…
La proiezione sul risultato, anziché il contatto nel qui ed ora col processo, genera una accelerazione interna, associata ad una scarsa consapevolezza.
Perché la lentezza è amica della consapevolezza… Ho quindi osservato sia in me che negli altri la fretta e l’impazienza di cui spesso diventiamo prigionieri. Le nostre regole (che diamo per ovvie, ma che sarebbe interessante mettere in discussione e chiedersi da dove saltino fuori…) devono essere rispettate: abbiamo regole per tutto, per il quando e il come dovremmo essere noi stessi, gli altri, la natura…
Se osserviamo la natura intorno a noi possiamo vedere come ogni pianta abbia un suo ritmo per crescere e se esso viene forzato, perde la sua energia. Invece di preoccuparci esclusivamente del risultato, coltiviamo il nostro progetto, diamogli i giusti ingredienti di cui ha bisogno, che a volte sono amore e attenzione più che azioni compulsive, e rispettando il suo ritmo potremo osservarlo mentre prenderà forma.