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Corso di Meditazione – Autunno 2019

Con la meditazione possiamo apprendere a relazionarci meglio con la nostra mente.
Meditando sperimentiamo che possiamo non essere schiavi dei nostri pensieri.
Meditando viviamo momenti di lucida consapevolezza che ci consentono di vedere gli eventi della nostra vita da un altro punto di vista (più “alto”, calmo e ordinato…) 🙏

“Il dono di imparare a meditare è il dono più grande che puoi fare a te stesso” Osho

La meditazione è una tecnica di consapevolezza e presenza mentale che aiuta ad uscire dal circolo vizioso dell’ansia e dello stress.
10 incontri per sperimentare diverse metodologie e imparare strumenti per stare meglio ed essere più in armonia con se stessi e gli altri.

QUANDO: Il corso è diviso in 10 incontri che avranno inizio giovedì 10 ottobre dalle 19 alle 20 circa e termineranno giovedì 12 dicembre.
DOVE: presso il Centro Eliodoro, C.so Torino 7/5 – Genova
CHI SONO: Martina Landucci, psicologa e psicoterapeuta ad approccio transpersonale.
COSTO: 100 euro per l’intero percorso

Per informazioni e prenotazioni contattatemi al 3288274563 oppure via mail a info@martinalanducci.it

Qui il link facebook all’evento.

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Se volete cominciare da subito a pratica qui di seguito vi lascio i link ad alcune meditazioni AUDIO che vi possono accompagnare:

Meditazione sul respiro.
Meditazione con la candela.
Meditazione camminata.
Meditazione sonora con la campana tibetana.
Meditazione guidata sulla gratitudine.

Buon ascolto e buona pratica.

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Tornare nel presente

In un mondo che ci porta altrove, che ci tiene ancorati al passato o che ci proietta eccessivamente nel futuro, è importante saper tornare nel presente.

Viviamo in un mondo dove essere “multitasking” viene considerato un modo efficace di approcciarsi alla vita e nel quale questo fenomeno appare una conseguenza inevitabile delle sempre aumentate richieste provenienti dall’ambiente. Ormai svolgere due attività nello stesso momento viene considerato un pregio e la persona viene educata a fare una cosa mentre ne pensa un’altra…
Ma questa dissociazione nell’azione, seppur da un lato pratico può forse consentirci di fare più cose al contempo, diventa un grave rischio quando diviene il “nostro modo normale di funzionare”, ossia non siamo più noi a scegliere come agire, ma diventiamo prede di un modo “costantemente distratto” di agire. Diventiamo estranei a ciò che stiamo facendo e a ciò che siamo, perché nel frattempo pensiamo ad altro.

Foto: Johnny Mcclung

Per tornare ad essere consapevoli di ciò che facciamo, nel momento in cui lo facciamo, dobbiamo concentrarci per portare la mente in contatto con il presente e il modo più “semplice” è ancorarla al corpo, al respiro… così meditando sul respiro, su di un mantra, oppure sulle sensazioni del corpo, abbiamo la possibilità di riconnettere la mente con ciò che siamo e facciamo, e seppur per un breve periodo, in quell’istante possiamo entrare in contatto con il presente

Le acque fangose diventeranno chiare se si permette loro di restare indisturbate,
e così anche la mente diventerà chiara se le viene consentito di star ferma. (Ming-Dao Deng)

Durante le prime fasi della meditazione il nostro scopo è di tornare in contatto con il presente. Focalizzando la nostra attenzione su stimoli interni o esterni cerchiamo di abbandonare il brusio mentale che ci porta altrove e, momento per momento, diventare coscienti del qui ed ora.
Questo stato di presenza mentale seppur assolutamente “normale” per noi, risulta spesso molto difficile da raggiungere e mantenere. Se osserviamo la nostra giornata possiamo vedere come nel nostro vivere quotidiano tendiamo a “stare” altrove, costantemente distratti rispetto a ciò che che stiamo facendo.

La meditazione è uno stato naturale dell’essere,
uno stato che abbiamo perduto, e
ritrovarlo è la gioia più grande della vita. (Osho)

Il contatto profondo e consapevole con il qui ed ora è caratterizzato da un maggior silenzio, un senso di intima unione con se stessi e la calma: stando nel presente rinunciamo all’ansia e alle preoccupazioni strettamente legate alla “nevrosi” del pensiero, che in modo del tutto coatto ci porta avanti nel tempo, proiettando le nostre paure sullo schermo di un futuro immaginario.

 

Per allenarsi a tornare nel presente, di seguito i link alle meditazioni gratuite.

Meditazione camminata

Meditazione con la candela

Se sei interessato alla pratica della Meditazione, guarda qui se ci sono dei corsi attivi e iscriviti!

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Meditazione con la campana tibetana

Buonasera, qui sotto trovate la Meditazione con la campana tibetana, un’altra delle tecniche che si sperimentano durante il Corso di Meditazione che propongo.

Attraverso la concentrazione della mente sul suono della campana, questa tecnica ha l’intento di aiutare nella pratica meditativa. Qui si utilizza la focalizzazione dell’attenzione su un solo stimolo sonoro. Ovviamente dal vivo l’effetto è più intenso e avvolgente, ma per chi non ha potuto partecipare penso che questo audio possa essere un buono strumento a disposizione per la pratica. Vi consiglio di ascoltarla usando le cuffie.

Se avete piacere potete commentare con la vostra esperienza o proporre consigli.

Buon ascolto e buona meditazione.

Se sei interessato alla pratica della Meditazione, guarda qui se ci sono dei corsi attivi e iscriviti!

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Meditazione sul Respiro

Buongiorno,

in occasione del Corso di Meditazione che partirà stasera qui a Genova, condivido con voi una meditazione guidata, presente tra quelle che verranno insegnate, in cui la tecnica viene focalizzata sul respiro.

Buon ascolto e buona pratica.

Se sei interessato alla pratica della Meditazione, guarda qui se ci sono dei corsi attivi e iscriviti!

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L’ansia nel corpo e la respirazione

La respirazione è indispensabile per vivere: essa fornisce all’organismo l’ossigeno necessario per muoversi e continuare le sue funzioni vitali.
Essa cambia a seconda dell’attività che stiamo svolgendo e del nostro stato psicologico, emotivo o di salute.

Quando la respirazione è limitata lo è anche la vitalità del corpo, portando a una condizione di lento esaurimento delle risorse. L’energia circola con maggiore difficoltà a causa della mancanza di ossigeno.
Il modo in cui respiriamo ed il nostro stato psico-fisico sono strettamente connessi: chi respira in modo affannoso e tende a bloccare il respiro avrà un organismo teso, bloccato tendente facilmente all’ansia.
Se siamo rilassati la nostra respirazione è profonda e meno frequente, mentre in uno stato di stress, fisico o emotivo, la respirazione si fa corta (meno profonda) e la frequenza aumenta.
Nella vita quotidiana la fretta, il lavoro stressante, i rapporti interpersonali non armonici, i ruoli impegnativi, ecc., alterano il nostro ritmo naturale, accelerandolo. Accelera così spesso il respiro che si contrae, conducendo ad una situazione di tensione fisica ed emotiva, che a sua volta crea le condizioni per una respirazione toracica, superficiale e con frequenti apnee del tutto inconsapevoli.
E’ cosi che il nostro corpo comincia a pagare le conseguenze di una respirazione poco fluida.

Perché si innesca questo meccanismo?

Bloccare il respiro, alternarne il ritmo è una ottima strategia per alterare o bloccare le sensazioni, le emozioni. Respiro ed emozioni sono strettamente collegate.
La respirazione ridotta nella sua portata consente all’organismo di limitare l’ampiezza delle emozioni che saranno meno intense, meno “impegnative” da vivere.
Ciò non avviene a livello consapevole, ma rientra in una serie di comportamenti innati che se protratti nel tempo si cronicizzano e diventano abitudine; una abitudine mentale e fisica di reazione alla quale, una volta che si è ben radicata, è davvero difficile sfuggire.
In questo modo l’ansia, emozione naturale e funzionale, perde il suo senso, diviene “generalizzata” e anziché proteggerci diventa una rigida sovrastruttura che ci costringe ad agire e reagire sempre in un determinato modo.

Quali sono i sintomi dell’ansia?

Chi soffre di ansia sviluppa sintomi sia cognitivi che somatici.
A livello fisico oltre ai tremori che riguardano la parte muscolare, possono essere intaccate le funzioni gastrointestinali (con mal di stomaco, diarrea e nausea),cardiocircolatorie (tachicardie), urinarie (minzione frequente) e respiratorie (sensazione di soffocamento e iperventilazione),
Quasi sempre a questi si associano sintomi cognitivi come uno stato di allarme continuo, confusione mentale, paura di non riuscire ad affrontare le situazioni, atteggiamento apprensivo, insonnia e nervosismo, capogiri, difficoltà di concentrazione, incapacità di rilassarsi, irrequietezza.

Il ruolo della mente nell’ansia

L’ansia patologica non nasce da una reale necessità, ma è frutto della nostra mente che catastrofizza con l’immaginazione: calmare l’ansia implica uscire dalla mente e tornare nel corpo, tornare alla realtà del qui ed ora.
E non c’è modo migliore di tornare alla realtà che usare i nostri sensi per percepire ciò che è, nel presente.
Il primo passo consiste nel rendersi conto di essere catturati dall’immaginazione, distaccati dalla reale entità della situazione, avvolti da pensieri forzatamente catastrofici.
Chi è in ansia percepisce i propri timori come assolutamente reali e un primo passo per riconoscere di non essere in contatto con la realtà, bensì immersi nell’immaginazione, consiste nel prendere distanza dai pensieri ansiogeni. Riuscire a prendere consapevolezza di questa differenza rappresenta un primo passo.
Portare tutta la nostra attenzione sul respiro aiuta a distoglierla dai pensieri ansiogeni e crea uno spazio di consapevolezza.
Rimanere in contatto con il nostro respiro ci aiuta a stare ancorati nel corpo, nel momento presente, frenando i voli della mente ansiogena che rischia invece di portarci altrove, in avanti, verso un domani carico di tensioni…